Festa 31 gennaio, Don Massimo: “Non lasciamo che la speranza si affievolisca e lo spirito si fiacchi”
Cari,
la data del 31 gennaio si avvicina.
Questo è il secondo anno, ormai, che questa data passa senza che sia celebrata la tradizionale festa della
Polisportiva. La data del 31 gennaio era tradizionalmente scelta perché nel calendario cristiano è San
Giovanni Bosco, patrono dei giovani. Tuttavia, ogni giorno del calendario contempla una pluralità di Santi
che il popolo cristiano sparso nel mondo ricorda. Alcuni più noti, altri meno. Ebbene, in quella data si
ricorda anche San Giulio. Don Giulio evidentemente ci teneva. Chi entra nella palestra, siano essi tesserati
Antal o avversari, non possono non essere abbracciati da un enorme striscione che reca scritto: “Don
Giulio: siamo qui grazie a te e nel tuo ricordo”.
L’impossibilità di darci un appuntamento, per ragioni di comprensibile prudenza per la realtà che stiamo
vivendo, diventa l’occasione per ricordare l’impegno di tanti allenatori e allenatrici, di tanti dirigenti e
volontari che trasformano l’azione sportiva in un vero e proprio gesto educativo.
Mai come in questo momento, lo Sport sta patendo e con esso i ragazzi che tra Dad, green pass e timori
vari hanno visto regredire non poco la loro capacità relazionale, il gusto per le sfide, il coraggio di andare
oltre ai propri limiti…
Ci viene in aiuto la figura di Antal Pallavicini, un nobile ungherese discendente della famiglia italiana da cui
la stessa Villa Pallavicini, nato il 30 Luglio del 1922. Sono dunque 100 anni dalla nascita. Antal (Antonio in
Italiano) si ritrova ad essere uno dei leader, nel 1956, dell’insurrezione di Budapest. Tra le sue gesta più
significative quella di aver liberato il Cardinale di Budapest, József Mindszenty, detenuto ingiustamente
nelle carceri del regime comunista.
I moti rivoluzionari verranno spenti dall’invasione sovietica e Antal giustiziato a morte nel 1957.
A lui venne dedicata la nascente Polisportiva nel 1959. Sicuramente, Antal non venne scelto per ragioni
sportive. Don Giulio lo scelse per due motivi. Il primo è che Antal lega la Polisportiva alla Villa e a quella
famiglia nel cui stemma campeggia un aquila, simbolo di libertà e di fierezza. Il secondo è che volle che i
ragazzi potessero avere sulle proprie maglie un atteggiamento tipico della giovinezza: l’indomabilità ad ogni
forma di regime e di repressione della libertà, un’anticonformista e un radicale.
Don Giulio voleva che i ragazzi che negli anni avessero fatto Sport avessero presente che c’è qualcosa di
grande per cui vivere.
Nel ricordo di Antal compatibilmente con l’evoluzione della pandemia, la Polisportiva ha in mente alcune
iniziative tra cui
1. Viaggio a Roma di due giorni ed incontro in ambasciata ungherese;
2. Pellegrinaggio sulla tomba di Antal Pallavicini a Budapest ;
3. Torneo di calcio in memoria di Antal;
Viviamo cari amici questo tempo con lo stesso spirito di Antal. Non lasciamo che la speranza si affievolisca e
lo spirito si fiacchi. La pandemia, oltre ai tanti morti che ancora produce, mina la nostra letizia e il nostro
entusiasmo. Antal che ha vissuto in un contesto in cui la libertà era così colpita non ha spento il suo cuore.
Siamo fortunati ad essere Antal. Il nome della nostra società è un vaccino contro il virus dello
scoraggiamento e della tristezza.
Don Massimo
Mi chiamo Luisa e non ho più l’età per fare sport, da molto tempo, ma ne ho fatto tanto e ringrazio. Ringrazio che ci siano persone e modi per portare la gioventù allo sport. Questa realtà dell’ Antal è un mare di possibilità per i giovani e da loro la possibilità di avere una vita più completa, più umana, più sociale, più amicale. Non si può non ricordare chi ha avuto l’acume di creare tutto questo, don Giulio Salmi.
Il fatto poi che questa sia intitolata a un ardito deve dare agli animi quell’impulso positivo che non deve mancare nello Sport.
FORZA GIOVANI!!
Ciao Luisa,
grazie di cuore per questo splendido messaggio. Restiamo a disposizione per consigli e miglioramenti che possiamo apportare.
Grazie!