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L’ANGOLO DEL DON | Vacchetti: “I Santi Ci Ricordano Che La Vita è Una Corsa”

L’ANGOLO DEL DON | Vacchetti: “I santi ci ricordano che la vita è una corsa”

Inauguriamo una nuova rubrica dove il protagonista è il nostro Don Massimo Vacchetti. Sport e fede sono molto spesso strade che si intrecciano; due temi apparentemente lontani ma molto vicini.

Lo sport è la strada

Rimango sempre sorpreso quando lo sport entra in Chiesa. O meglio, quando la Chiesa intreccia il Vangelo con lo sport.

Quest’estate abbiamo ospitato alcuni uomini di Sport a Villa Pallavicini tra cui l’allenatore del Bologna, Sinisa Mihajlovic e la medaglia d’argento alle paralimpiadi di Tokyo, Martina Caironi. E’ stato soprattutto con Matteo Marani, direttore di Sky Sport che è stato possibile approfondire il valore profondo dello Sport. L’abbrivio della conversazione tra Marani e il Cardinale Zuppi è stato il grido entusiasta di Fabio Caressa, voce della finale degli Europei vinta dall’Italia.

“Grazie Signore che ci hai dato lo Sport. Grazie Signore per il calcio” ha detto con la sua voce caratteristica subito dopo la parata del rigore decisivo da parte di Donnarumma.
Cosa c’entra lo Sport con la fede? Cosa c’entra Cristo con la vittoria e la sconfitta, la fatica e la delusione, l’emozione e la passione di chi lo sport non lo pratica, ma semplicemente assiste alla competizione?
Alcuni esempi mi hanno fatto letteralmente ridestare la domanda in queste settimane.
In occasione della festa di Tutti Santi, il Papa ha salutato dalla sua finestra gli organizzatori della Corsa dei Santi. “È importante promuovere il valore educativo dello sport”.
Una frase semplice che spalanca una domanda, per me che nella Chiesa di Bologna ricopro il ruolo di responsabile della Pastorale dello Sport, ma anche per tutti coloro, specie nella nostra Polisportiva, che cercano di vivere lo sport in un modo nuovo.
Papa Francesco non è nuovo a parlare di Sport. Perfino qualche anno fa è uscito un documento della Chiesa interamente dedicato alla dimensione cristiana dello Sport. S’intitola “Dare il meglio di sé”.
Cosa vuol dire promuovere il valore educativo dello Sport? Qual è questo valore? Cristo ama lo Sport?
E’ significativo che il Papa abbia detto questa frase al termine di una corsa, non competitiva certo, come tante Run che attraversano le nostre città, ma pur sempre una corsa. Eh sì perché non solo siamo tutti di corsa…ma siamo tutti in corsa.
Da un lato, mi pare di avvertire, anche nella mia vita, che la lunga sosta dovuta alla pandemia non ha rallentato il vivere, ma lo ha spinto ad un affanno ancora maggiore. La ripartenza, termine non a caso sportivo, è stata impetuosa. L’estate prima e poi la stagione più ordinaria dello studio o del lavoro ci ha travolti contenti di riabbracciare una vita intensa e allo stesso tempo confusi perché non si sa bene dove andare.
C’è un turbinio che sentiamo tutti insano.
Dall’altro, siamo tutti o corriamo tutti il rischio di correre come se fossimo in una competizione. Più intelligenti? Più giovani? Più followers? Più soldi?
Il punto è che la vita è davvero una competizione. Non ci è sottratto l’affanno. Non ci è sottratta la fatica tipica di chi si prepara a lottare per un premio. Il punto è…quale premio? In alcune occasioni, capita che i corridori sbaglino percorso. Un po’ perché mal segnalato, un po’ perché disattenti…
Può capitare, in effetti, di passare una vita intera e accorgersi di aver sbagliato percorso e aver riposto rinunce e sacrifici per una corsa vana, nulla. O di aver imboccato la strada che porta alla fine, ma poi sottoposti a qualche controllo risultare squalificati. A che serve essersi allenati, aver gareggiato, magari illudersi di aver vinto e poi venire esclusi. Come se non si avesse nemmeno partecipato. Il nome di chi viene radiato è dimenticato.
I Santi ci ricordano che la vita è una corsa, ma occorre scegliere la strada giusta, perseguirla secondo le regole per non correre il rischio di venirne scartati. I Santi corrono la vita, ma non su autostrade di infelicità. Anzi, la loro meta è ben chiara e fanno di tutto per di essere incoronati vincitori.
Lo Sport, in questo senso, è una metafora straordinaria della vita umana. I Santi sono quegli uomini e quelle donne che hanno vinto la corsa della vita.
Lo stesso giorno in cui il Papa ha ricordato il valore educativo dello Sport, celebravo la S. Messa a San Luca per concludere la seconda edizione del Circuito dei Santuari dell’Appennino bolognese. Si tratta di un’iniziativa nata in tempi di lockdown in cui alcuni amici hanno pensato di offrire una meta, uno dei tanti Santuari dell’Appennino e un punteggio diverso a seconda della distanza. Ciascuno, liberamente, sceglie una delle mete e una volta raggiunta, riceve l’accredito in classifica. L’iniziativa ha inizio il 01 maggio e si conclude con l’ultimo giorno di ottobre racchiudendo in questo arco di tempo la stagione ciclistica e i mesi della devozione mariana. Ebbene, sono stati più di 3.000 i viaggi compiuti dai ciclisti verso i Santuari. Un vero e proprio rosario fatto di chilometri, sudore, salite e panorami mozzafiato. E all’arrivo, uno sguardo. Quello di Maria raccolto in un’immagine che per secoli ha segnato la vita di territori montani e di comunità semplici e fiere. Ora, questi Santuari sono meta, oltre che dei paesani o dei fedeli che li raggiungono anche dei ciclisti. Non sono mica tutti credenti e praticanti, ma scelgono liberamente di volgere la propria passione ciclistica verso un traguardo che, simbolicamente, vogliono raggiungere. Quello di una cima impervia fin che si vuole eppure affascinante. Il Paradiso non è il premio di chi muore. E’ il traguardo a cui tendiamo anche senza saperlo.
Ha ragione il Papa. Val la pena ascoltarlo. Lo Sport è una strada che porta in alto e può aiutarci a puntare al meglio. Lo Sport è una parabola che nel Vangelo manca. Gesù usa altre immagini più immediate per lui. Quella di coltiva il terreno, quella di chi pesca, quella di imbandisce un pranzo nuziale…sembra che Cristo non conosca lo Sport. Cristo abbracciando tutto l’uomo e amando ciò che l’uomo ama, usa ora, in questo tempo così confuso, la parabola dello Sport per farci gareggiare nell’amore e guadagnare ciò che Dio vuole darci come premio. Se stesso, in eterno. E prima ancora, noi stessi. Il primo premio non è mai la medaglia d’oro, ma la certezza di essere arrivati a destinazione. Non è poco.
Don Massimo Vacchetti

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