Basket, Christian Guidetti: “Vi racconto il mio impatto con l’Antal”
All’inzio di questa stagione anomala, Christian Guidetti è diventato il nostro nuovo responsabile tecnico del basket. Le sue parole ai nostri microfoni
Ciao Christian. Sei una figura nuova del mondo Antal, nel tempo hai avuto esperienze in altre società locali. Che impatto hai avuto con la Pallavicini?
“Indubbiamente positivo. Sono arrivato in Pallavicini a luglio 2020 con la pianificazione della stagione già effettuata. Grazie a questo, nonostante il momento particolare che mi ha impedito di immergermi completamente nella realtà, sono riuscito da subito a dedicarmi completamente alla conoscenza del settore, dello staff tecnico, degli atleti e dei dirigenti. Devo dire che ho trovato persone e ragazzi che mi hanno accolto con entusiasmo e soprattutto disposte al confronto, cosa non facile e per nulla scontata. Il mio primo vero impatto con la Pallavicini però è stato negli uffici della sede con il nostro DG Facchini, ero convinto mi volesse offrire un classico ruolo da allenatore di una qualsiasi squadra giovanile, lui invece senza avermi mai conosciuto mi ha offerto il ruolo di responsabile tecnico, ci sono voluti solo dieci minuti ed entrambi eravamo convinti, devo ammettere che sono contento della scelta fatta perché avevo voglia di provare questa nuova esperienza in un ruolo mai svolto fino ad oggi”
Dopo il tampone-day, l’attività agonistica è finalmente ripresa. Come si stanno muovendo le diverse squadre e ti chiedo come vi siete organizzati durante il periodo di fermo?
“L’attività in palestra è finalmente ripartita da qualche giorno con allenatori e atleti entusiasti di poter tornare a fare quello che loro amano, giocare e insegnare basket. Nei mesi di novembre, dicembre e gennaio però non ci siamo mai fermati perché i nostri gruppi giovanili si sono allenati nel campo da basket esterno alla palestra con presenze agli allenamenti molto alte per tutti i gruppi. A tal proposito devo ringraziare gli allenatori che con il loro impegno e alla loro passione hanno permesso a questi ragazzi di continuare a fare attività in sicurezza e nel miglior modo possibile in una situazione decisamente complessa. Devo ringraziare inoltre la Polisportiva che ci ha messo a disposizione tutte le strutture e tutti gli spazi esterni, compresi quelli non di nostra competenza (campo da calcio, tennis, calcetto) nel caso fossimo in difficoltà e avessimo necessità di poterli utilizzare. Posso garantire che sono veramente poche le società a Bologna che hanno questa grande possibilità e come ho già più volte ribadito credo possano essere sfruttate tutto l’anno per fornire un servizio ancora migliore ai nostri ragazzi.”
In questo momento il ruolo dell’allenatore è molto difficile. Come si deve comportare un buon coach per mantenere sul pezzo i ragazzi?
“Il ruolo dell’allenatore è difficile in ogni momento, educare e allenare ragazzi è uno dei compiti più complicati che ci siano, oltretutto di grossa responsabilità. Credo semplicemente che servano passione ed entusiasmo, credo che il coach debba seguire ogni singolo atleta a prescindere dalla capacità individuali migliorandolo nel tempo, pretendendo impegno garantendogli però un minutaggio in campo conseguente, il coach deve far sentire il ragazzo parte integrante del gruppo e insegnarli il concetto che alla fine il lavoro e la fatica vengono sempre ripagati. Migliorare individualmente divertendosi e alla fine arriveranno anche i risultati di squadra, credo sia questo il riassunto di tutto”
Hai esperienza da vendere dato che sei stato prima un giocatore e adesso un coach. Quali sono stati i momenti o se c’è stato un momento particolare in cui hai capito che amavi il basket?
“Sinceramente non ci sono stati momenti particolari, ho giocato a basket dai sei a trentadue anni e nel frattempo ho iniziato a fare il coach fino ai giorni d’oggi, in poche parole non ho mai smesso di calcare il parquet anche se con ruoli ben diversi. La pallacanestro mi ha regalato i miei migliori amici e mi ha fatto vivere le migliori esperienze di vita, mi ha insegnato l’importanza del gruppo e dei suoi valori, insomma sono cresciuto anche grazie al basket. Quando hai due figli piccoli da crescere ma trovi lo stesso il tempo di sacrificarti andando in palestra tre o quattro volte a settimana come è sempre capitato a me vuol dire due cose, che hai una brava moglie e ami lo sport che stai praticando”
Hai un obiettivo che desideri centrare da allenatore? Ti chiedo, inoltre, se ti identifichi in qualcuno
“Oramai sono troppo vecchio per ambire e aspirare a chissà che cosa, sinceramente non ho mai allenato con lo scopo diventare un coach ad alto livello per fare carriera, amo la tensione e l’adrenalina che si respira in panchina durante la partita, amo stare con i ragazzi tutta la settimana per raggiungere un obiettivo comune e perché mi fanno sentire ancora giovane, credo inoltre che i ragazzi di oggi se stimolati nel giusto modo siano molto meglio e più ricchi di qualità di noi quando avevamo la loro età. Non mi identifico in nessun allenatore ci mancherebbe, ma da grande tifoso Fortitudo quale sono ti direi senza ombra di dubbio che il mio idolo è Jasmin Repesa”
Cosa potrà apportare Christian Guidetti alla nostra Polisportiva?
“Sicuramente entusiasmo, voglia ed esperienza acquisita nei tanti anni spesi in palestra. Spero anche i risultati che ci siamo proposti di ottenere nei prossimi due o tre anni con Facchini riassumibili in pochi punti, ampliamento importante del settore minibasket che rappresenta le fondamenta di ogni società sportiva, creazione di uno staff tecnico che collabori al suo interno e garantisca sempre maggior qualità per i nostri ragazzi, miglioramento del settore basket sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista delle strutture e ultimo obiettivo ma non per questo il meno importante avere una “ prima squadra “ composta dal maggior numero possibile di giocatori provenienti dal vivaio del settore giovanile, io spero in tutti i suoi componenti ovviamente”