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Facchini: “Preoccupato Ma Non Vinto. Ecco Come Sta Reagendo L’Antal Pallavicini”

Facchini: “Preoccupato ma non vinto. Ecco come sta reagendo l’Antal Pallavicini”

Facchini: “Preoccupato ma non vinto. Ecco come sta reagendo l’Antal Pallavicini”

1) Direttore, le chiedo il suo stato d’animo. Quali sono le sue emozioni, i suoi pensieri su questo momento?

“Sono preoccupato ma non vinto; penso spesso ai ragazzi, soprattutto a coloro che frequentano la scuola superiore; è da troppo tempo che sono chiusi in casa di fronte al pc o al telefono e non mi sembra ci sia un interesse ed una visione su di loro da parte di chi è chiamato a fare delle scelte. Spero che tutti i sacrifici visti, fatti e richiesti non siano vani ed inutili e che questa esperienza non diventi un ricordo da cestinare ma che lasci qualcosa di significativo. Ciò che ha mandato in crisi è il fatto che non si riesce a governare o a prevedere la realtà; mi auguro che il Coronavirus abbia reso più coscienti che non siamo onnipotenti”

2) Stiamo vivendo un periodo complicato che ha stravolte le nostre vite. Il Covid ha colpito anche lo sport e quindi anche l’Antal. Come sta reagendo la nostra Polisportiva di fronte a questa pandemia?

“Trattandosi di una realtà che si sostiene soprattutto grazie agli eventi ed all’attività sportiva, l’Antal Pallavicini ha subito un duro colpo; abbiamo deciso di reagire immediatamente partendo dal desiderio di voler vivere perché siamo fatti per vivere e non per sopravvivere. Ciò non significa che continuiamo a fare le solite cose come se nulla fosse successo; ma tutto ciò che è possibile fare per mantenere la relazione, viene proposto. Lo facciamo per i nostri ragazzi, per rispondere ad un loro bisogno, lo facciamo per le loro famiglie ma anche per noi, per i nostri allenatori. Ci vuole coraggio perché tutto ciò che ci circonda ci spingerebbe a chiudere ma questo significherebbe smettere di vivere e non lo vogliamo. Abbiamo iniziato a giugno con i centri estivi e ancora oggi continuiamo ad esserci proponendo tutto ciò che è permesso fare e con i dovuti accorgimenti e nel rispetto dei vari protocolli. C’è un dato in più rispetto al primo lockdown di marzo 2020; conosciamo di più questo virus e, facendo attenzione, è possibile e doveroso conviverci”

3) La Villa Pallavicini è una delle poche realtà del territorio bolognese che ha molti spazi all’aperto. Infatti molti gruppi si stanno allenando in maniera individuale sfruttando queste aree.

“Villa Pallavicini è un dono prezioso, bello e funzionale; ha la peculiarità di avere ampi spazi all’esterno, come 4 campi da calcio a 11, 2 campi in sintetico, due campi da tennis e 3 playground; Antal li sta sfruttando tutti e continuerà a farlo facendo sempre attenzioni ai protocolli; attualmente, nonostante le rigide temperature, si stanno allenando all’esterno i bambini ed i ragazzi del basket, della pallavolo, del calcio. E continuano ad allenarsi anche gli atleti delle altre realtà sportive presenti a Villa Pallavicini. Purtroppo sono ferme da diversi mesi le ginnaste ed i Rangers del Weelchair Hockey”

4) Come ben sappiamo il movimento Antal si caratterizza di molti sport e quindi ci sono molte squadre e allenatori. Le chiedo se è in contatto con quest’ultimi e quali sono gli stati d’animo che ha percepito?

“Gli allenatori non vivono su Marte e come in tutti gli ambiti ci sono stati d’animo differenti che dipendono dal vissuto e da come si è; nonostante ciò la maggior parte del personale tecnico ha deciso di continuare l’attività, per mantenere la relazione con l’atleta. Hanno messo in campo tutta la loro passione che si conferma essere la dote che permette una differenza qualitativa. Tra di noi, tramite il rapporto con i vari responsabili di area, c’è stato un legame continuativo, sfruttando anche le piattaforme digitali per incontrarci e condividere il lavoro, i progetti e le criticità. Abbiamo scoperto ancora di più del bisogno e della stima reciproca, e questo vale per tutti e a qualsiasi livello”

6) Oltre ad essere il direttore sportivo sei anche un allenatore di calcio. Quali sono le cose o le situazioni che le stanno mancando maggiormente?

“La partita, la sfida, gli allenamenti intensi, le partitelle tra i ragazzi, il contatto fisico. I rapporti a distanza sono stati una novità da riscoprire ma non possono essere la normalità; per la crescita e la formazione della persona penso sia fondamentale la relazione, la presenza”

7) Ha un ultimo messaggio da condividere con il mondo Antal?

“Saluto tutti i bambini, i ragazzi, gli atleti e le loro famiglie. Ringrazio chi continua l’attività ed aspetto quelli che riprenderanno più avanti, speriamo presto, quando le cose andranno meglio.  Ricordo che l’anno prossimo festeggeremo i 100 anni della nascita di Antal Pallavicini, il nobile militare ungherese che appartenne al ramo della famiglia antica proprietaria della Villa, in cui ha sede la nostra Polisportiva e da cui prende il nome.  Morì nel 1957, a soli 35 anni  per aver lottato a favore della libertà, durante i fatti della rivoluzione magiara. Chi indossa la maglia dell’Antal è chiamato a lottare per un ideale grande”

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