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C. Senni (G.Artistica): “Le Mie Bimbe Devono Tornare A Casa Contente”

C. Senni (G.Artistica): “Le mie bimbe devono tornare a casa contente”

Ai nostri microfoni Carolina Senni. Ragazza giovane e competente che ricopre il ruolo responsabile di Ginnastica Artistica nonché allenatrice del corso base e della pre-agonistica. L’intervista


Non sei un volto completamente nuovo della Polisportiva ma sicuramente una delle figure più giovani della nostra realtà. Chi è Carolina Senni?
“Ciao! Sono nata a Bologna e ho 23 anni. Sono una ragazza che ha sempre amato lo sport e tutto il mondo che c’è attorno ad esso, fin da piccolina. Negli anni questo interesse è cresciuto sempre di più tanto da portarmi a decidere, una volta finito il liceo, di frequentare il corso di laurea in Scienze Motorie. L’anno scorso mi sono laureata e ora sto frequentando il II anno magistrale, sempre nell’ambito delle scienze motorie. In questi anni, tra tirocini vari e centri estivi, ho avuto l’opportunità di riconoscere l’importanza dell’attività motoria in età evolutiva; e questo è ciò che mi ha spinto, e mi spinge tutt’ora, a lavorare nel grande mondo che è lo sport“

Come è nato il primo amore per la ginnastica artistica?
“È nato un po’ per caso. Ero in seconda elementare e una mia compagna di classe un pomeriggio mi invitò a vedere il suo saggio di ginnastica artistica. E da quel pomeriggio è stato amore a prima vista! Mi colpì tutto di questo sport, ma soprattutto l’eleganza con cui si muovevano le ragazze più grandi. Ho subito pensato: “Anche io voglio imparare a muovermi così!”. Sono rimasta talmente affascinata che ho convinto la mia compagna a iscriversi insieme a me in un’altra polisportiva e iniziare insieme un nuovo percorso. Nonostante la mia compagna abbia poi smesso qualche anno dopo, la passione mi ha spinto a continuare ad allenarmi fino all’età di 18 anni”

Come hai intrapreso e cosa ti ha convinto ad iniziare il percorso da istruttrice?
“Ciò che mi ha spinto ad iniziare il percorso da istruttrice sono stati la passione e la voglia di conoscere e approfondire sempre di più tutto ciò che si nasconde dietro alla ginnastica, e all’insegnamento dei suoi elementi. Qualche anno fa ho frequentato un corso per istruttori e aspiranti istruttori organizzato dal CSI, superato l’esame e affiancato un tecnico per le ore di tirocinio previste. La ginnastica, così come tanti altri sport, è in continua evoluzione, perciò è necessario seguire continuamente corsi di formazione e di aggiornamento. In futuro mi piacerebbe frequentare altri corsi per specializzarmi ancora di più”

Alleni le ragazze del corso base (fino ai 7 anni) e quelle della pre-agonistica (dagli 8 anni a salire). Quanto è difficile approcciarsi ad atlete cosi piccole?
“Devo ammettere che non è semplice, ma sicuramente stimolante. Allenare e in generale avere a che fare con bimbe così piccole ti costringe ad avere una prospettiva diversa, e a dare importanza prima a certe cose piuttosto che ad altre. Dal mio punto di vista l’aspetto da curare di più con atlete così piccole è sicuramente la comunicazione. In questi anni ho imparato che se la comunicazione non è efficace il lavoro mio e delle bimbe ne risente. È per questo che quando spiego un esercizio cerco sempre di dare poche e semplici indicazioni affinchè le bimbe possano assimilarle più facilmente volta per volta. Inoltre trovo che sia molto utile, in questa fascia di età, ricercare inizialmente l’aspetto ludico di un esercizio, soprattutto se le bimbe hanno paura a svolgerlo”

Quali sono gli obiettivi che un’istruttrice come te si prefissa?
“Ciò che mi sta più a cuore in primis è che sia le bimbe che io, durante l’allenamento, ci divertiamo e che torniamo a casa contente! A mio avviso l’apprendimento della capriola, della verticale, della ruota, ecc non avverrà mai se le bimbe non si sentono a loro agio nel gruppo e con l’allenatrice. Mi piace sempre spendere qualche minuto alla fine dell’allenamento per chiedere alle bambine se si sono divertite e se no perché, così che possa avere anche io un feedback. Nel breve termine un altro obiettivo importante che mi prefisso per le bambine, specialmente se è la prima volta che si approcciano a questo sport, è che superino fin da subito la paura di alcuni movimenti e attrezzi, come la trave o il volteggio. Mentre nel lungo termine l’obiettivo principale sarà quello di far partecipare le bimbe alla loro prima esperienza di gare individuale”

Che tipo di allenatrice sei e ti chiedo se hai un modello di riferimento
“Penso di essere un’allenatrice buona, ed esigente quando serve. Sicuramente ciò che mi spinge a pormi in questo modo nei confronti delle bambine deriva da come sono stata allenata io in passato. Infatti il mio modello di riferimento è e sarà sempre l’allenatrice che mi ha accompagnato negli ultimi 8 anni di allenamento, con cui ho stretto un bellissimo rapporto di amicizia e fiducia”

Ti senti di avere delle responsabilità importanti?
“Assolutamente si! Le bimbe che alleno si trovano tutte in periodi di accrescimento estremamente delicati, soprattutto dal punto di vista motorio. Tutto il lavoro che viene fatto in questi primi anni è prezioso per la crescita del bagaglio motorio delle bimbe; e al tempo stesso rischioso se non viene svolto correttamente. Un lavoro approssimativo fatto in questi anni potrebbe poi ripercuotersi negativamente dal punto di vista fisico più avanti quando sono più grandi. Soprattutto in uno sport come la ginnastica, dove molto spesso in un allenamento uno stesso esercizio viene ripetuto anche 10-15 volte”

Spesso si generano confusioni. Cerchiamo di sfatare un po’ di miti e pregiudizi. Che cos’è la ginnastica artistica e cosa la differenzia da quella ritmica?
“La ginnastica artistica è uno sport tecnico-combinatorio individuale basato sull’esecuzione di esercizi di differenti difficoltà a 4 attrezzi: corpo libero, trave, volteggio e parallele asimmetriche. Gli esercizi svolti dall’atleta vengono valutati da una giuria, che darà un punteggio a ciascun attrezzo. Il punteggio viene formulato a partire dal valore degli elementi che l’atleta svolge e dalle penalità, ovvero dagli errori commessi. La confusione con la ritmica penso nasca dal fatto che sono precedute entrambe dalla parola “ginnastica”, perché in realtà sono due sport estremamente differenti tra loro, non solo per gli attrezzi coinvolti, ma proprio per il diverso modello di prestazione. Nella ginnastica artistica sono richieste capacità come: forza, potenza, velocità, flessibilità, coordinazione, equilibrio e ritmo”

Concludiamo questa piacevole chiacchierata con una domanda inerente al nostro mondo. Perché un genitore dovrebbe scegliere l’Antal Pallavicini per i propri figli?
“Anche se non la conosco da così tanto tempo, posso dire con certezza che l’Antal Pallavicini è una realtà a cui sento di appartenere totalmente! Perché l’Antal ha questo grande dono: quello di farti sentire parte di qualcosa di più grande, che va oltre la semplice ora di allenamento. Ho avuto la conferma di ciò quando quest’estate ho partecipato all’organizzazione dei centri estivi, e la continuo ad avere tutte le volte che vengo in palestra ad allenare. A mio parere, portare i propri figli all’Antal vuol dire dare loro la possibilità di intraprendere un percorso di crescita, non solo dal punto di vista sportivo ma anche umano. Mi auguro che ciascuno dei ragazzi della nostra polisportiva, nei tempi e nei modi, possa fare i conti con questa esperienza”

Intervista realizzata da: Simone Biancofiore

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